martedì 31 dicembre 2019

Ritratto di Jacopo Strada


Tiziano Vecellio, Ritratto di Jacopo Strada, 1567 circa
Vienna, Kunsthistorisches Museum

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MIGUEL D’ORS

UNA DOMANDA A JACOPO STRADA

Dimmi: mentre posavi
per il saggio pennello di Tiziano
non pensasti neppure un momento che molto presto
mani future e ignote avrebbero sorretto
il tuo ritratto con lo stesso gesto
con cui sostenevano -"Antiquarius"- le tue
quella Venere bianca?

sabato 28 dicembre 2019

Testa di Hypnos


Anonimo, Testa di Hypnos, I-II secolo d.C.
Londra, British Museum

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JOSEP PALAU I FABRE

TESTA DI HYPNOS

Perugia

Potresti volare senza ali né cielo.
Gli angeli no. La loro fuga tracciata
è percepibile soltanto quando una stella
cade con loro e si fonde… in puntini di sospensione.
Il tuo cielo inizia dove finisce l’azzurro.
Tu sei in lui e lui è in te al contempo.
Hai un’ala per potere sgattaiolare
se il sogno impuro ti penetrasse,

domenica 22 dicembre 2019

Adorazione del Bambino


Beato Angelico, Adorazione del Bambino, 1441
Firenze, Convento di San Marco

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ENCARNACIÓN SÁNCHEZ ARENAS

ECFRASI DEL BEATO ANGELICO

Sei adorato!
Santa Caterina
in un angolo,

e sul lato destro
venera San Pietro

confortando
la nostra partoriente.

Amore di santa
prega Palestina
la pace pellegrina!

E nella mistica preghiera
dell’ordine domenicano

c’è il condimento
di questo canto

con il bue e l’asino.
Mistica dottrina
che ci indirizza.

venerdì 29 novembre 2019

Numero 1, 1948




Jackson Pollock, Numero 1, 1948
New York, Museum of Modern Art

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FRANK O’HARA

DIGRESSIONE SU NUMERO 1, 1948

Sono malato oggi ma
non troppo. Non sono affatto malato.
È un giorno perfetto, caldo
per l’inverno, fresco per l’autunno.

Un bel giorno per vedere. Io vedo
ceramiche, all’ora di pranzo, di
Miró, e vedo il mare di Léger;
chiari, complicati Metzingers
e un brusco risveglio di Brauner,
una piccola tavola di Picasso, rosa.

Sono stanco oggi, ma
non troppo. Non sono affatto stanco.
C’è un Pollock, bianco, il male
non cadrà, la sua mano perfetta

e i molti brevi viaggi. Non recluderanno
mai il raggio d’argento.
Fuori ci sono le stelle e il mare
abbastanza al di sotto della terra scintillante
per portarmi verso il futuro
che non è così buio. Io vedo.

mercoledì 27 novembre 2019

Torso del Belvedere



Apollonios, Torso del Belvedere, I secolo a. C.
Città del Vaticano, Musei Vaticani

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JAN DE JAGER

TORSO

(Museo del Vaticano)

Non ebbe mai le gambe
Perse le braccia di marmo
     e la testa di marmo
nelle vicissitudini del tempo
naufragi, terremoti, vandali.
Continua a essere bello,
atletico nei pettorali e nei glutei
posto sul suo piedistallo di granito.
Il pene di marmo
lo ha staccato un cardinale
       con un martelletto, e con l’onorevole
eugenetica intenzione
che non si riproducano più
tali mostruosità mutilate.

giovedì 7 novembre 2019

Campo di grano con volo di corvi



Vincent Van Gogh, Campo di grano con volo di corvi, 1890
Amsterdam, Museo Van Gogh

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IGOR BIZJAN

A VAN GOGH

È nuda
la cornacchia
al limite
del campo di grano

mercoledì 30 ottobre 2019

L’Allegoria



Odilon Redon, L’Allegoria, 1908

collezione privata


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MERCEDES ROFFÉ

L’ALLEGORIA

(O.Redon)

occhi
bambini
edera (o un alloro)
un arco e un
bassorilievo
da un lato, ai piedi,
un angelo imbarazzato
guarda
una sfera di cristallo (come se non ci credesse)
dall'altro
la rosa di Magritte
rotonda e grande e rossa (o solo
il centro colorato
di un ombrello)
e un teschio con il suo vestito di piume
del sole

di sangue

margherite
cellule
zucche
case
conchiglie
cotone (o fumo o nuvole)
babushka (o ragazza con ombrello)
e un limone
un pesce
una maschera
e un'ala di lucciola
leggere un portico
come leggere un altare
un bicchiere o acqua
o uno specchio

porta o porto della luce
u n a
a s c e n s i o n e

domenica 27 ottobre 2019

Cristo crocifisso / 4



Diego Velázquez, Cristo Crocifisso, 1631
Madrid, Museo del Prado

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MIGUEL DE UNAMUNO

IL CRISTO DI VELÁZQUEZ

IV • Vento


Le brezze che oggi sopra le messi precipitano,
sole infondendo nei nostri pani,
le brezze che sciolgon le nevi delle cime
e nel fogliame della selva cullano
sogni di melanconia, e quelle che cantano
canti di cuna sul mare rotondo
alla terra che brucian con le loro onde,
furono sospiri col tuo petto amoroso
e dal grembo le tue parole vive
irruppero volando come da un nido.
Tu, la Parola, senza vento, muta.
Entravano impetuose nei tuoi polmoni
come nella loro casa, e raccogliendo
del tuo sangue il vapore, lo rendevano
ai fiori campestri in rugiada.
L'ultima ondata del tuo petto rosa
ruppesi in fredda quiete, e i tuoi polmoni
rimasero senz'aria; il tuo respiro
da quello del tuo Padre sorbito: rivo al mare!

mercoledì 2 ottobre 2019

Nudo controluce


Pierre Bonnard, Nudo controluce, 1908
Bruxelles, Museo Reale di Belle Arti del Belgio

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RAYMOND CARVER

I NUDI DI BONNARD

Sua moglie. Per quarant'anni l'ha ritratta
Un quadro dopo l'altro. Il nudo dell'ultimo quadro
era lo stesso corpo giovanile del primo. Sua moglie.

Come la ricordava da giovane. Come quand'era giovane.
Sua moglie che si fa il bagno. Alla toeletta
davanti allo specchio. Spogliata.

Sua moglie con le mani sotto i seni
che guarda fuori in giardino.
Il sole le dona tepore e colore.

Lì ogni cosa viva è in boccio.
Lei, giovane e tremula e desiderabilissima
Quando lei morì, lui dipinse ancora per un pò.

Qualche paesaggio. Poi morì anche lui.
E fu messo a riposare accanto a lei.
Alla sua giovane moglie.

(da Blu oltremare, Minimum fax, 2003
Traduzione di R. Duranti e F. DUrante)

lunedì 30 settembre 2019

Il bacio / 3


Gustav Klimt, il bacio, 1907-1908
Vienna, Österreichische Galerie Belvedere

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PAOLA GALLO

IL BACIO

Dietro lo scabro fico
sonnecchiano sorrisi miracolosi
schiuma di scaglie gialle, fate camuffate
nel bosco squallido.

Ho un percorso di foglie sul volto
un baco di chiara lanuggine albina striscia guardingo
in setoso solletico dolori di altri tempi..
In verticale vertigine risplendono
scariche elettriche:
mappa di cerchi concentrici, a malapena enigma.

Come nel quadro de Klimt…

Strana vicinanza, due..

martedì 24 settembre 2019

Giovane donna assopita




Jan Vermeer, Ragazza addormentata, 1657
New York, Metropolitan Museum of Arts
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CARLOS PUJOL

NEMMENO IO SAPREI


Nemmeno io saprei
dire cosa succede in questo quadro.
Una storia si esaurisce nel suo mistero,
fino a confondersi
in un rompicapo molto dubbio,
con pezzi che non esistono.
Bisogna offrire qualcosa che sia chiaro
e che per ciò stesso
si trasformi in enigma.
Questa ragazza che dorme
davanti al tavolo,
l'ha vinta il sonno o l'ebbrezza?
O si abbandona alla desolazione
delle relazioni amorose?
(ho dipinto nel buio
un Cupido e la sua maschera).
Dietro l'indovinello c'è la scusa
che rappresenta il sogno
intangibile e banale:
la porta mezzo aperta,
e sul fondo la parete e la sua luce ambigua.

mercoledì 11 settembre 2019

La casa tra le rose




Claude Monet, La casa tra le rose, 1925
Madrid Museo Thyssen-Bornemisza

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MARTHA ASUNCIÓN ALONSO

THE HOUSE AMONG THE ROSES

Tutti la segnavano a dito, annuivano
si allontanavano per osservare meglio; la fissavano,
come bambini come seguono un aquilone sulla spiaggia..

Una donna usava addirittura un binocolo,
molto seria e silenziosa, la testa inclinata,
come se scrutasse una falsa mappa del tesoro.

Io mi sentivo sciocca.. Ricordo di aver pensato forse
la casa tra le rose è fuori dal quadro,
dove nessuno la pensa,
dove si annebbia il tuo sguardo.
Forse abbiamo perso tempo a cercare l’animale,
mai  la sua ombra,;
il riflesso del sole sulla fontana, non la sete.

Ho continuato a pensare per un po’, come cieca,
mentre i giapponesi sorridevano.

Perché forse la casa era solo le rose
e quel cielo turchese,
gioia compatta e fuoco facile.

Oggi penso che la casa tra le rose siamo sempre stati
noi. Alla sua ricerca.

(da Detener la primavera, Madrid, Hiperión, 2011)

giovedì 29 agosto 2019

Il villaggio in inverno




Marc Chagall, Il villaggio in inverno, 1930
collezione privata
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KIM CHONSU

LA NEVE CADE SUL VILLAGGIO DI CHAGALL


La neve cade sul villaggio di Chagall, a marzo.  
Sulla tempia di un uomo che aspetta primavera,  
pulsa  
una nuova vena.  
Sulla tempia pulsante dell'uomo,  
accarezzando la nuova vena,  
la neve, con migliaia di ali,  
scende dal cielo, coprendo  
i tetti e i camini del villaggio di Chagall.  
Quando la neve cade di marzo,  
le bacche invernali del villaggio di Chagall  
rivivono nell'olivo  
e le donne fanno  
il più bel fuoco dell'anno  
nei loro forni.  

venerdì 16 agosto 2019

Cristo crocifisso / 3




Diego Velázquez, Cristo Crocifisso, 1631
Madrid, Museo del Prado

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MIGUEL DE UNAMUNO

IL CRISTO DI VELÁZQUEZ

III • Anima e corpo

Innamorata del suo corpo la tua anima,
e uni e identici in un nuziale amore,
nel morire la lasciò non come prigione
col sospiro di chi libero resta,
ma come una casa ove si brama
lunga vita per sempre assuefatti
alla felicità. Di radice insondabile
fu l'estremo singulto, la rottura
della carne sconfitta e dello spirito
che carne si fece. Venne poi il silenzio.
E come tutto tacque con intimo silenzio,
tutto rimase in tenebra; luce è musica,
e misero chi crede vedere e non ode! L'anima tua
sopra tenebre fredde giacente,
dall'agonia riposando, rimira
il suo corpo compagno, che ha lasciato
ai bracci della croce, dai chiodi
penzolante, e nel guardarlo s'attrista
d'amore più vivo della vita. Come
senza lui potrà attingere il Sole? La luce
dove accendersi potrà? Dove la mano
dell'eterno Padre appiglio troverà
per afferrarsi? E nell'oscuro sgomento,
non più ricettacolo, di fondersi nelle tenebre
e come vento libero perdersi, ei brama
raccogliersi nella sua cavità - carne ed ossa -,
rimpiange del suo corpo la bellezza,
cercando essa, infinita, limitarsi;
i limiti vuole del suo campo; vuole
dentro la sua cinta avere vita.

lunedì 5 agosto 2019

Cristo crocifisso / 2


Diego Velázquez, Cristo Crocifisso, 1631
Madrid, Museo del Prado
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MIGUEL DE UNAMUNO

IL CRISTO DI VELÁZQUEZ

II • Colomba


Come colomba dalle penne argentee
che volata tre volte dall'arca
non tornò con il ramo dell'ulivo,
ma sotto l'iride si perse
delle nubi, segnale della promessa;
così Tu, bianca colomba dei cieli,
vieni ad annunciarci che c'è terra ferma
dove al di là attecchisca il nostro spirito
e fiorisca nell'eternità!

lunedì 29 luglio 2019

Cristo crocifisso / 1


Diego Velázquez, Cristo Crocifisso, 1631
Madrid, Museo del Prado

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MIGUEL DE UNAMUNO

IL CRISTO DI VELÁZQUEZ

I • Anfora

Anfora bianca del divino licore
nei secoli dei secoli decantato,
l'eterno Vasaio t'avea tornito
col braccio che fece Adamo, e il torno
tornisce ancora. Della stessa argilla,
vasi novelli di dolore e amore,
contro la terra vengonsi a spezzare!

lunedì 15 luglio 2019

L’uomo invisibile



Salvador Dalí, L'uomo invisibile, 1929-1933
Madrid, Museo Reina Sofia
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MAGDALENA BOYADZHEVA

L'UOMO INVISIBILE


Dedico questa poesia a S. Dalí
e al suo quadro”L’uomo invisibile”

L’ enigma dei miei sogni
è un uomo invisibile,
che ha vestiti di vento
e sorriso di pioggia.

Mi scopre nel futuro
a sognare con la donna
dalla pelle di perla
e dagli occhi di miele.

La sua tristezza varia
per il desiderio della pioggia.
Tènere dita d’argento
sulle corde della notte...

È eterno come il mare,
vento, onda di tempesta,
il lampo nel cielo,
la mutevole corrente.

Nei miei sogni è presente
un uomo invisibile,
per il quale mi sveglio sempre
con la sensazione della pioggia...

martedì 9 luglio 2019

Elegia per la Rep. Spagnola 134



Robert Motherwhell, Elegia per la Repubblica Spagnola 134, 1974
collezione privata

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ADOLFO BURRIEL

ELEGIA PER LA REPUBBLICA SPAGNOLA 134

Siate i neri barbagli delle voci,
l’assurdo colore degli occhi
accecati
alzate con me il bicchiere,
come se non fosse
l’oscura barriera del penultimo
sogno,
la miserabile parete
di ferro, sale,
e oblio.

(da Quadri di un’esposizione, 2007)

domenica 30 giugno 2019

Il bacio / 2


Gustav Klimt, “Il bacio”, 1907-1908
Vienna, Österreische Galerie Belvedere

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JULIA MELISSA RIVAS HERNÁNDEZ

SGUARDO A KLIMT

Ho deciso di parlare dell'oro e credo - solo un po' - di poter cominciare
Ma cosa dire...
Penso allo splendore innanzitutto
penso al simbolo, ma questa è piuttosto un'ossessione
Non voglio essere banale e dire che quest'oro è tra olii per ungere, non voglio
Allora penso alla somiglianza tra la parola olio e la parola oro e di nuovo taccio

Non so come dire qualcosa di concreto quando la preziosità è nella tela in questione

Ma la terra di una chioma flessuosa di donna tra i fiori è un altro punto importante perché vi appare un'altra descrizione di sontuosità.

Il bacio degli amanti, i colli e le mani contorte nella trasformazione

Sai Gustav, molte volte mi sono sentita goffa,
ma mai come oggi

lunedì 17 giugno 2019

I cavalli di Nettuno




Walter Crane, I cavalli di Nettuno, 1892
Monaco, Neue Pinakothek

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MERCEDES ROFFÉ

I CAVALLI DI NETTUNO


Come le zampe di gallina
crespate
gli zoccoli
di quei puledri marini:
il carro  di Nettuno
le barbe
come criniere
le criniere, creste
e come zagare le perle
adornano i colli
gli occhi iniettati
le fauci
le gengive
paura o tremore
panico o rabbia
puledri del mare
violenti
schiavi della schiuma
(da “L'opera fantasma”, 2005)

domenica 9 giugno 2019

La Maja vestida



Francisco Goya, La Maja vestida, 1800-1808
Madrid, Museo del Prado


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KIM CHONSU

L'URLO DI GOYA


La parola latina "Ars" ha legato  
Rubens,   
è contento di essere legato.  
Van Dyke,  
Tintoretto,  
Velazquez, tutti loro  
gridano che l'"Ars" ha fatto sì che il mondo  
rinascesse daccapo  
A Toledo ho sentito El Greco  
dire la stessa cosa.  
Lo ha sussurrato nella buia stanza interna  
della casa che aveva preso in affitto.  
Solo Goya ha sentito il dolore  
della catena di ferro  
che gli mangiava la carne.  
Maja, la donna che "Ars" creò,  
si è tagliata la testa,  
e un giorno  
i contorni dei suoi ritratti si consumavano  
come il Gesù di Rouault.  
Non hanno nemmeno lo sfondo.  
Vai a guardare!  
Il suo grido scuote  
il Prado anche adesso.  

venerdì 24 maggio 2019

Ultima cena



Leonardo da Vinci, Ultima cena, 1495-1498
Milano, Santa Maria delle Grazie

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DANIEL CHIROM

LEONARDO E “L’ULTIMA CENA”

Su incarico di Ludovico il Moro
ho scandito per tre anni l’Ultima Cena.
Non ho commesso alcun errore,
fu una mia volontà che Cristo e i suoi apostoli
si disintegrassero con il tempo.
Sono sicuro che quando la cena sarà di nuovo servita
un altro Lodovico mi commissionerà di rifarla
finché il vino tornerà a scarseggiare.
Confido nell’eterna sete dell’uomo.

(da La diaspora, 1983)

sabato 18 maggio 2019

Sole in una stanza vuota / 2




Edward Hopper, Sole in una stanza vuota, 1963
collezione privata

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LOUIS EDWARD SISSMAN

PIÛ TARDI

Un vuoto bello e indicibile
di luce solare in stanze nude   
senza altro abitante che lui stesso:
l’alba e il tramonto della sua vita
avanzavano con moto rotatorio, un sole solitario
avvolgeva il gradino di granito,
su cui si trovava
dipinto da una luce che durò un giorno e poi si spense.
Dove convergono gli interni
dei suoi primi anni
sono passate compagnie di traslochi
con i loro camion
e hanno portato via gli oggetti del passato
- letti, tappeti, lampade, gente
documenti, cassettoni -
lasciandosi dietro un monumento tangibile
della sua vita e di come l’ha vissuta:
Fuori un albero verde stormisce
entrando in casa
dalla doppia finestra, formando rettangoli
color crema
sulla parete con la finestra e la parete
con la nicchia e sul
nudo parquet. Il sole del mattino
abita il vuoto
con luce americana.

martedì 7 maggio 2019

Il mare di ghiaccio




Caspar David Friedrich, Il mare di ghiaccio o Il naufragio della speranza 1822-1824
Amburgo, Kunsthalle

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CRISTINA PERI ROSSI

L’OCEANO GLACIALE


(Il mare di ghiaccio o Il naufragio della Speranza,
Caspar D. Friedrich)

Il ghiaccio rompe le sue mura
i suoi specchi i suoi cristalli
castelli demoliti
legname naufrago
il ghiaccio si liquefà
come precipitano le catastrofi
Si profila la chiglia di un iceberg
(fallo che indica le nuvole)
e lo scafo della nave si inclina
agonizza tra le lapidi di ghiaccio
(La casella del re è vuota
sulla scacchiera congelata)

La speranza è naufragata
nel frastuono degli specchi.

sabato 27 aprile 2019

Auoritratto - Rembrandt/2



Rembrandt van Rijn, Autoritratto, 1660
New York, Metropolitan Museum of Art

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CRISTINA PINA

AUTORITRATTO


Cosa ti resta da dire!
Lo stesso sguardo
che tutto ha saputo
da sempre,
il rictus della fine,
quelle rughe dolorose
e profonde.

Attraverso i gesti parli,
Rembrandt van Rijn,
pieno di saggezza e amarezza:
la canizie sui capelli ricci,
il glorioso berretto nero,
la luce rozza sulla fronte.

(da La grande bellezza)

martedì 16 aprile 2019

Notre-Dame


Cattedrale di Notre-Dame, XII secolo
Parigi, Notre-Dame, 4° Arrondissement

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GÉRARD DE NERVAL

NOTRE-DAME

Notre-Dame è molto antica: la si vedrà forse
Seppellire tuttavia Parigi che ha visto nascere;
Ma, tra un migliaio di anni il Tempo assalirà
Come un lupo con un bue, questa carcassa pesante,
Torcerà i suoi nervi di ferro, e dopo un dente sordo
Rosicherà tristemente le sue vecchie ossa di pietra!

Allora uomini da tutti i paesi della terra
Verranno a contemplare la sua rovina austera,
Sognatori, rileggendo il libro di Victor:
- Allora crederanno di vedere la vecchia basilica,
Tutto quel che c'era di potente e bello,
Levarsi davanti a loro come l'ombra di un morto.






martedì 9 aprile 2019

Panchina di pietra nel manicomio di Saint-Remy



Vincent Van Gogh, Panchina di pietra nel manicomio di Sainr-Remy, 1889
San Paolo del Brasile, Museu de Arte Assis Chateaubriand

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ALFONSO GATTO

LA PANCHINA DI VAN GOGH

Capiterà l’errante col suo forte
spessore di capelli, il viso stretto
per gli occhi vuoti, le due mani attorte. Le scatole veementi del colore
gli frusteranno l’albero del petto,
pugno di scaglie al prendere del fuoco che lo divampa.
                             L’allegria del gioco
irrompe ad accerchiarlo perché sale
tutto il dolore al vertice del male,
  ai grandi spazi della mente, al sole
delle prime parole.

Ora ascolta ammansito dal fragore,
albero e vento: come una foresta,
la sua fatica, e questa calma nuova
che lo sorprende a mettere la testa
sul braccio, sul profilo dell’amore.
Così dipingerà prova su prova
la sua ragione d’essere nel fiore,
nel seme, nella terra, nella morte.

Da Rime di viaggio per la terra dipinta (1968-1969)

venerdì 29 marzo 2019

Annunciazione

Leonardo da Vinci, Annunciazione, 1472-1475
Firenze, Galleria degli Uffizi

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VALENTINO ZEICHEN

ANNUNCIAZIONE

di Leonardo da Vinci

L’aeronautica divina invia
un superbo esemplare volante;
forse un arcangelo,
meraviglia della tecnica nelle ali
dall’elevata portanza,
ritratte in assetto frenante.
Osservate all’attaccatura
si direbbero protesi tratte
da un bestiario araldico.
Ma nonostante l’apparizione,
l’annuncio alla Vergine
deve correre dentro
un filo invisibile che
contiene il prodigio,
nascosto in un ulteriore
e ben protetto segreto
posto sotto falsa traccia.
si sorvola l’evento
immerso nella penombra
oltre il filare degli alberi,
il paesaggio in fuga invita
a gareggiare con la
trasparente lontananza.
Lo sguardo la insegue ma
trafigge vanamente l’aria;
poi, ormai cieco, desiste
per volgersi altrove e
ci svela una seconda nostalgia,
cosiddetta da “allontanamento”
dal luogo di partenza.

(da Metafisica tascabile, Mondadori, 1997)


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martedì 19 marzo 2019

11 A.M.


Edward Hopper, 11 A.M., 1926
collezione privata

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JOYCE CAROL OATES

"11 A.M.", 1926 DI EDWARD HOPPER

Lei è nuda ma ancora indossa le scarpe. Vuole pensare nuda. Felice nel suo corpo.

Anche se è un corpo che invecchia in carne. E la sua postura sulla poltrona — protesa in avanti, le braccia sulle ginocchia, a fissare fuori dalla finestra — le fa gonfiare il ventre, ma che diavolo.
Che diavolo, lui non è qui.

Ha vissuto in questo dannato appartamento della Third Avenue,Twenty-third Street, Manhattan, quanti dannatissimi anni, devono essere almeno quindici. Si è trasferita in città da Hackensack, per il bisogno di respirare.

Non si è mai guardata indietro. Certo, l’hanno chiamata egoista, crudele. Al diavolo, l’uso che avrebbero fatto di lei, sarebbe stata risucchiata come midollo.

Il primo la oro è stato di archivista al Trinity Trust. Sprecò tre anni della sua giovane vita ad aspettare che R.B. lasciasse la moglie e non pensava che una ragazza come lei avrebbe voluto di meglio?
Secondo lavoro sempre archivista ma poi promossa a segretaria nello staff del signor Castle alla Lyman Typewriters. Il vecchio bastardo alla fine avrebbe potuto fare di più e lo avrebbe fatto se non ci fosse stata la faccia grassa di Stella Czechi.

Terzo lavoro, Tvek Realtors & Insurance e lei è la segretaria privata di Tvek: cosa farei senza di te, mia cara?

Finché Tvek la paga in maniera decente. E non la delude, come lo scorso Natale. Avrebbe voluto morire.

Odia questa dannata stanza. Illuminata in maniera indistinta come una regione dell’anima  in cui la luce non penetra. Il vecchio arredamento morbido e malconcio e il materasso cascante come tutti quei corpi nei sogni che sentiamo ma non vediamo. Ma lei tiene il suo letto fatto ogni maledetto giorno, che ci siano visitatori o no.

A lui non piace il disordine Le ha detto di come ha imparato a farsi il letto nell’esercito nel 1917.
Il trucco, dice, è fare il letto appena ti alzi.

Si stacca da lei non appena ha finito. Pelle appiccicosa, gambe pelose, chiazze di peli ruvidi sulle spalle, sul petto, sul ventre. Le piacerebbe che la abbracciasse, potrebbero addormentarsi insieme, ma raramente ciò accade. Pazzo di lei, poi, a un tratto, è finita ... è dentro la testa di lei, e lei è dentro la testa di lui.

Stamattina sta pensando a quel maledetto bastardo, questa deve essere l'ultima volta. Aspetta che lo chiami per spiegare perché non è venuto la scorsa notte. E c'è la possibilità che possa venire qui prima di chiamare, cosa che ha fatto più di una volta. Non poteva stare lontano. Dio, sono pazzo di te.
Pensa che darà al bastardo ancora dieci minuti.

Lei è Jo Hopper con il suo viso semplice di rossa allungato sul volto di donna carnosa e lui è l'artista ma anche l'amante e la scorsa settimana è venuto a portarla da Delmonico ma in questa stanza poco illuminata avevano fatto l'amore nel suo letto e non erano mai usciti prima che fosse troppo tardi e lei lo aveva sentito spiegare al telefono - c'era il suono della voce di un uomo che spiega a una moglie che è così magra, così vigliacca, e malata di uno sprezzante richiamo. Eppure dice che ha lasciato la sua famiglia, che la ama.

Si passa le mani sul corpo come un cieco che cerca di vedere. E lo splendore sul suo viso è infossato e segnato, ha bisogno di lei come l'uomo affamato ha bisogno di cibo. Muoio senza di te Non lasciarmi.

Le aveva detto che non era quello che pensava. Non era la sua famiglia a impedirgli di amarla quanto poteva, ma nella sua vita non aveva mai raccontato a nessuno della guerra, in fanteria, in Francia. Una cosa che lo paralizzava. Cose che gli erano successe, e cose di cui era stato testimone e cose che si aveva perpetrato con le sue stesse mani. E lei gli aveva preso le mani e le aveva baciate, e le aveva portate al seno che doleva come il seno di una giovane madre ansiosa di dare latte e nutrimento. E lei gli aveva detto No. Questa è la tua vecchia vita. Io sono la tua nuova vita.

Gli darà ancora cinque minuti.

martedì 5 marzo 2019

Sant’Agata / 4



Francisco de Zurbarán, Sant’Agata, 1630-1633
Montpellier, Museo Fabre
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GONZALO MILLÁN

TRASPARENZA DELLA SANTA FARFALLA

La trasparenza è fissa sul dipinto
come un'allucinazione sottomessa o un docile miraggi.
La santa salta dalla luce all'oscurità
ancora e ancora, va avanti e indietro
dall'oscurità alla luce volteggia
nel carosello dalla luce alle tenebre.
Viene e va dalla macchina della stanza
del chiostro dei bossi al Museo Fabres,
dal simulacro allo schermo bianco e vuoto.
Resta qui tranquilla ancora un po'
mostrando la sua trepidazione.
Il manto viola che la avvolge
con i suoi lacci sanguinosi
le fornisce ali di farfalla lesionata


martedì 26 febbraio 2019

Rompendo il circolo vizioso/2


Remedios Varo, Rompendo il circolo vizioso, 1962

Città del Messico, Museo di Arte Moderna del Messico

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CHANTAL MAILLARD

ROMPENDO IL CIRCOLO VIZIOSO

Disegnare uno zero nel nulla.
Indefinitamente.
Disegnare il nulla in un cerchio.
Catturata nel cerchio, disegnando il nulla.
Occupare il cerchio.
Occuparsi
Nel nulla
Nel nulla - niente? - un vuoto
Occupare un vuoto
Un vuoto nel sonno, nella veglia.
Tra sogno e sogno.
Un vuoto occupato, che si occupa del nulla.
L'angoscia è che il nulla improvvisamente sbocci nel vuoto

venerdì 15 febbraio 2019

Rompendo il circolo vizioso



Remedios Varo, Rompendo il circolo vizioso, 1962
Città del Messico, Museo di Arte Moderna del Messico

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MERCEDES ROFFÉ

ROMPENDO IL CIRCOLO VIZIOSO

Il mio destino
portare una foresta nell'anima
bianca, sterile

negli occhi niente

e nelle mani il cerchio che mi blocca

un nido nella mia testa mi ordina
di nascere in me

un corvo, nel frattempo
aspetta che albeggi
che si spezzi l'incantesimo che coniuga
il suo sguardo e il mio.


(da: “L’opera fantasma” – “Teoria dei colori” – 5. “La straniera”)

giovedì 7 febbraio 2019

Narciso / 3


Caravaggio (attribuito), Narciso, 1597-1599
Roma, Galleria d'Arte Antica, Palazzo Barberini

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GONZALO MILLÁN

LA LETTERA INIZIALE

A prima vista e da lontano la doppia figura
è una storia iniziale, un numero simmetrico
composto da due corpi spiegati.
La scena è una lettera D maiuscola,
un arco del corpo chiuso come una fibbia,
il legame di un'illusione allegorica,
una ghirlanda di edera con fiori e spine.

mercoledì 30 gennaio 2019

Il ragazzo di Vallecas




Diego Velázquez, Ritratto di Francisco Lezcano o Il ragazzo di Vallecas, 1642
Madrid, Museo del Prado
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LEÓN FELIPE

COMMENTO A «EL NIÑO DE VALLECAS» DI VELÁZQUEZ

Bacinella, elmo, nimbo.
Questo è l'ordine, Sancio...
Di qui nessuno va via.
Finché questa testa rotta
del Niño de Vallecas esiste,
di qui nessuno va via. Nessuno.
Né il mistico né il suicida.

C'è prima da riparare questo torto,
c'è prima da risolvere quest'enigma.
E c'è da risolverlo fra tutti
e c'è da risolverlo senza viltà,
senza fuggir via
con ali di percallina
o facendo un foro
nella pedana.
Di qui nessuno va via. Nessuno.
Né il mistico né il suicida.

Ed è inutile,
inutile ogni fuga
(né all'in giù
né all'in su).
Si torna sempre. Sempre.
Finché un giorno (un bel giorno!)
l'elmo di Mambrino
- nimbo ormai, non elmo né bacinella -
s'adatterà alle tempie di Sancio
e alle tue e alle mie
come perfettamente aderente,
come fatto su misura.
Allora ce ne andremo tutti
su per le balze del sipario.
Tu ed io, e Sancio, e il Niño de Vallecas,
e il mistico e il suicida

venerdì 18 gennaio 2019

La sedia di Van Gogh/3


Vincent Van Gogh, La sedia di Van Gogh, 1888
Londra, National Gallery

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CARLOS PINTADO

UNA CASA DI ARLES

Nulla commuove più di quella sedia,
Che il pittore ha lasciato incompiuta,
Immaginandosi forse il diffuso
Aggrovigliarsi della luce, l'incubo
Di vivere con un orecchio solo.
Nulla turba il dipinto; l'agonia
La mettiamo noi stessi; l'agonia
Di lui non c'è. La sedia tanto incerta
Continua il suo tempo immobile e sola.
Poco importa la pipa che figura
Imprendibile al fumo che non può
Alzarsi dal disegno. Triste e sola
Deve stare per sempre nel dipinto,
La sedia che altra sorte non può avere.

domenica 6 gennaio 2019

Allegoria della castità


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Lorenzo Lotto, Allegoria della castità, 1505
Washington, National Gallery

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ANÍBAL NÚÑEZ

DISPUTA DI ERUDITI DAVANTI AL “SOGNO DELLA DONZELLA”

Lorenzo Lotto

"Il nostro quadro presenta, sotto una luce sfuggente,
un bosco dove due satiri incorniciano
- in grazioso contrasto - una figura
che, se piovesse oro, sarebbe Danae..."

"Ma sono fiori quelli che piovono
sull'amata del poeta:
Laura, dice l'alloro, è la donzella
il cui atteggiamento di maniera
non ha potuto esprimersi appieno..."

Atteggiamento che sarebbe sprezzante
se il dipinto udisse.