.
.
Corpi tesi nel caos del naufragio.
Le onde selvagge ancora li trascinano.
Apprezziamo la nostra codardia,
il nostro istinto che non ha mai tradito.
Non intraprendiamo alcuna avventura
e restiamo sicuri vicino al camino.
La calma è cara al buon cittadino.
L'illusione è breve; il pentimento, lungo.
.
.
Occhi piuttosto freddi,
lineamenti aristocratici, faccia lunga nordica,
illuminata da ciocche di capelli biondi,
dietro la testa un delicato sfumato,
naso diritto, fronte alta, di tanto
in tanto aggrottata da profondi pensieri,
un'aria soddisfatta –
il maestro è stimato e ha lavori a sufficienza,
gli è nato il primo figlio,
l'eternità è venuta a trovarlo in un modo speciale,
ogni tratto del suo pennello è più preciso, e più
carico di luce, raffinato e leggero.
Qua e là lascia il quadro agli apprendisti
e porta a termine solo gli occhi e le mani.
Le pennellate non devono essere visibili, ripete loro,
è la prima volta che può ammettere l'esistenza di
qualcosa, di fronte alla quale la sua arte è piccola.
Sorride angelicamente, mentre si rimira nello specchio.
.
.
Tra un Narciso e l'altro si apre un abisso
Spunta da uno specchio di ghiaccio proibito.
Attraverso il mercurio con volti identici
si vedono entrambi, si cercano, si osservano
come gemelli lontani, separati
da una trasparenza insormontabile.
