mercoledì 4 aprile 2012

Uomo con zappa

 

Man-with-a-Hoe-1860-1862

Jean-François Millet, Uomo con zappa, 1862
Los Angeles, Getty Center

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EDWIN MARKHAM

L’UOMO DALLA VANGA

Dio creò l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio egli lo creò. -- Genesi

Curvo sotto il peso dei secoli s'appoggia
alla sua vanga e guarda fisso il suolo:
nel viso ha il vuoto delle età,
sul dorso il fardello del mondo.
Chi lo uccise alla gioia e alla disperazione,
creatura senza lamento né speranza,
balordo e tardo, affratellato al bove?
Chi sciolse e abbatté quella mascella brutale?
Quale mano ricacciò indietro quella fronte?
Quale fiato spense la luce in quel cervello?

È questa la creatura che Dio fece e volle
che avesse dominio sopra mare e terra,
che ricercasse, avida di potenza, le stelle,
e scrutasse i cieli, e sentisse il palpito dell'eternità?
È questo il sogno sognato da Colui che foggiò i soli
e segnò loro le vie nell'abisso antico?
In tutte le caverne dell'Inferno, sino all'ultima bolgia,
non c'è forma più terribile di questa,
più clamorosa di grida contro la cieca avidità del mondo,
più piena di segni e di portenti per l'anima,
più colma di pericoli per l'universo.

Quali baratri tra i Serafini e lui!
Schiavo alla ruota del lavoro, che cosa mai
sono per lui Platone e il corso delle Pleiadi?
Che cosa le lunghe ascese delle vette del canto,
lo squarciarsi dell'alba, l'incarnarsi della rosa?
Attraverso questa forma angosciosa
guarda la sofferenza dei secoli;
la tragedia del tempo è in quel curvarsi doloroso:
attraverso questa forma angosciosa l'umanità tradita,
derubata, profanata, diseredata,
grida la sua protesta ai poteri che fecero il mondo,
protesta ch'è anche profezia.

O padroni e signori e reggitori di tutte le contrade,
è questa l'opera di vostra mano che voi offrite a Dio,
questa creatura mostruosa, soffocata nell'anima, distorta?
Come raddrizzerete voi mai quella forma,
la toccherete ancora d'immortalità,
le ridarete alto lo sguardo e la luce,
ricreerete in essa la musica e il sogno,
renderete giustizia per le infamie immemorabili,
i perfidi torti, gli immedicabili dolori?
O padroni e signori e reggitori di tutte le contrade,
come farà il futuro i conti con quest'uomo?
Come risponderà alla sua bruta domanda, nell'ora
che turbini di ribellione squasseranno tutte le rive?
Che ne sarà di reami e di re,
di coloro che fecero di lui quello ch'egli è,
quando questo muto terrore s'ergerà a giudicare il mondo
dopo il silenzio dei secoli?

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segnalazione di Beatrice Orlandini

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