domenica 30 marzo 2014

Natura morta, 1940




Giorgio Morandi, Natura morta, 1940.
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ADAM ZAGAJEWSKI

MORANDI

Gli oggetti vegliavano anche di notte,
mentre lui dormiva sognando l'Africa;
la brocca di porcellana, due innaffiatoi,
le verdi bottiglie da vino, un coltello.
Quando dormiva sodo, come può dormire
solo un artista esausto, stremato,
gli oggetti ridevano, prossimi alla rivolta.

L’annaffiatoio, ficcanaso dal lungo becco,
sobillava gli altri, febbrile,
e il sangue pulsava selvaggio nella porcellana
ignara del tocco di labbra assetate,
solo occhi, sguardo, percezione.

Di giorno erano più docili e persino fieri:
tutta la ruvida esistenza del mondo
trovava rifugio in questi oggetti,
abbandonando per un attimo il ciliegio
in fiore e il cuore afflitto dei morenti.

sabato 1 marzo 2014

La Gioconda

 

Gioconda

Leonardo da Vinci, La Gioconda, 1503-1514 circa
Parigi, Louvre

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ALFREDO VEIRAVÉ

LA GIOCONDA

Limpida è qui la luce, una caduta di petali forse.
L’eternità, il velo del suo svelarsi.
Suo unico ricordo, il Rinascimento.
Circolare e in crescita come atteso,
Gelidamente calda, sorridendo appena: la
Gioconda.
Dietro, un paesaggio di illusioni come difesa.
In alto, sopra Parigi, ritte creature in agguato,
E si è udito, rosa e grigio, il puro silenzio.
La sua contenuta delizia.
Tuttavia non capiamo cosa le ha impedito di piangere,
Quale verità,
Quale sentimento provava a dire quel sorriso,
Interminabile, aperto, chiaro.
E al Louvre
Dimenticata la sua progenie
Lontano da ogni distacco, Leonardo,
E questo sorriso comune, chiuso, scuro,
Definitivo, nostro.