mercoledì 25 febbraio 2015

Bagnanti, Dieppe

 

DACS; (c) DACS; Supplied by The Public Catalogue Foundation

Walter Richard Sickert, Bathers, Dieppe, 1902
Liverpool, Walker Art Gallery

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WENDY COPE

LES VACANCES

                                                               Walter Richard Sickert, Bathers, Dieppe, 1902
                                                               Walker Art Gallery, Liverpool

Maman et Papa au bord de la mer,
Aujourd’hui il fait beau
. Ricordo bene.
Voilà Armand nell’angolo più in basso
Con Maman et Papa au bord de la mer!
Che noia!, ecco, questa è la parola.
Io mi strappo i capelli dalla noia,
zoppichiamo in ce livre con Mademoiselle.
Maman et Papa au bord de la mer.
Il fait beau.
Lo ricordo, troppo bene.

(da Guarire dall’amore, Crocetti, 2011)

lunedì 16 febbraio 2015

Shenandoah Wall

 

 

Kline

Franz Kline, Shenandoah Wall, 1961

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SEVERO SARDUY

SHENANDOAH WALL

La parete scricchiola.
Fessura nel bianco.
Là va, disunita,
la stanza.
Dietro il lucernario
un volto, un altro
guardandosi,
guardandoci.

lunedì 2 febbraio 2015

Modella in piedi

 

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Georges Seurat, Modella in piedi, 1887
Parigi, Musée d'Orsay

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CAROL ANN DUFFY

NUDO DI DONNA IN PIEDI

Sei ore così per pochi franchi.
Pancia capezzoli culo alla luce della finestra,
mi succhia il colore. Un po’ più a destra,
Madame. E cerca di stare ferma.
Sarò rappresentata analiticamente e starò appesa
in grandi musei. I borghesi andranno in solluchero
di fronte a una tale immagine di puttana di strada. La chiamano Arte

Forse. Lui si preoccupa di volume, spazio.
Io del prossimo pasto. Stai dimagrendo,
Madame, non va bene. I miei seni pendono
un po’ verso il basso, lo studio è freddo. Nelle foglie del tè
posso vedere la regina d’Inghilterra che fissa
le mie forme. Magnifiche, mormora,
andando avanti. Mi fa ridere. Si chiama

Georges. Mi dicono che è un genio.
Ci sono volte in cui non si concentra
e si irrigidisce in cerca del mio calore.
Mi possiede sulla tela mentre intinge il pennello
ripetutamente nel colore. Bello mio,
non puoi permetterti le arti che vendo.
Tutti e due poveri, ci guadagniamo da vivere come possiamo.

Gli chiedo. Perché lo fai? Perché
devo. Non c’è scelta. Non parlare.
Il mio sorriso lo confonde. Questi artisti
si prendono troppo sul serio. Di notte mi riempio
di vino e vado in giro nei bar a ballare. Quando è finito
me lo mostra con orgoglio, si accende una sigaretta. Dico
dodici franchi e prendo lo scialle. Non mi somiglia.