sabato 30 marzo 2024

Lazzaro e il ricco epulone


Jacopo Bassano, Lazzaro e il ricco epulone, 1554
Cleveland, Cleveland Museum of Art

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GUY GOFFETTE
LAZZARO E IL RICCO EPULONE

Jacopo Bassano, 1540

I

Sono in tre attorno alla tavola, l'uno tiene
distrattamente una viola sulle ginocchia
ma non suona, l'altro con il piatto vuoto
sulla tovaglia logora, il terzo
è una donna dal corpo bianchissimo, i seni
offerti alla luce di questo fine giornata
in cui ciascuno aspetta qualche cosa in più
che si nega, ostinatamente si nega.
Sono in tre attorno alla tavola
e tu sei il quarto nell'angolo
perso della tela, a raccogliere le briciole
sotto la firma illeggibile.

II

Sono in tre attorno alla tavola e conversano
a bassa voce mentre l'ombra piano
scava il suo pozzo, ci affoga i visi di gloria.
L'oro si opacizza e la porpora si smorza,
i seni d'alabastro, se ancora si gonfiano,
è in un estremo sussulto prima
che tutto ricada. Sono in tre
un triangolo cieco che ha perso
le punte, e tu, in disparte,
resti con quello che leccano i cani,
il giullare del re nella sua stanza, Lazzaro,
non importa: un uomo che attende la goccia
che farà traboccare il mare.

III

È un fine giornata
come tutti ne abbiamo conosciuti:
le cose sono al loro posto, il mondo
potrebbe rovesciarsi, il quadro, il soggetto,
niente cambierebbe aspetto - a meno che, come qui,
il figlio di Jacopo, il pittore,
non scivoli tra la scena e il pennello
e non se ne resti là, con gli occhi grandi aperti
sull'angolo più scuro, questa sorda follia
che non può accettare né rifiutare:
l'indifferenza dei vivi
per i vivi - e se interroga il vuoto,
è come se cercasse di che riempire
la notte e gli occhi di Lazzaro al tempo stesso.

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