lunedì 28 settembre 2015

Ragazza con l’orecchino di perla/3

 

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Johannes Vermeer, Ragazza con l’orecchino di perla, 1665
L’Aja, Mauritshuis

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CAROL ANN DUFFY

SCALDARE LE SUE PERLE

Accanto alla mia pelle, le sue perle. La mia padrona
 
mi dice di portarle, di scaldarle sino a sera
quando le spazzolerò i capelli. Alle sei le metto
intorno alla sua gola fresca, bianca. Per tutta la giornata penso a lei
che riposa nella Stanza Gialla, che contempla la seta
 
o il taffettà, che indosserà stasera? Si sventola
mentre lavoro di buon grado, mentre il mio calore entra lentamente
in ogni perla. Lento, sul mio collo, il suo laccio.
Lei è bella. Io la sogno
 
nel mio letto in soffitta; me la figuro che balla
con uomini alti, confusi dal mio vago odore diffuso
sotto al suo profumo francese, alle sue pietre di latte.
Le inciprio le spalle con uno zampino di lapin,
 
osservo il morbido rossore filtrarle attraverso la pelle
come un sospiro indolente. Nel suo specchio
le mie labbra rosse si separano come se volessi parlare.
Luna piena. La sua carrozza la porta a casa. Vedo
 
ogni sua mossa nella testa… Mentre si sveste,
si toglie i gioielli, la sua mano sottile raggiunge
l’astuccio, nuda scivola a letto, così
come fa sempre… E io resto qui sveglia,
 
sapendo che le sue perle si stanno raffreddando anche ora
nella stanza dove la mia signora dorme. Per tutta la notte
sento la loro assenza e ardo.

(traduzione di Anna Maria Robustelli)

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