Vincent Van Gogh, “La camera di Arles”, 1888
Amsterdam, Van Gogh Museum
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LUCIANA BIANCHI CAVALLERI
LA "CAMERA DI ARLES”
Ha panni appesi e la finestra semichiusa,
letto sghimbescio e tavolino sulle ventitré
il giallo e l' ocra stemperati dall’assenzio:
verdi ed azzurri i muri, intatto il loro freddo.
Freddo anche il vuoto d’una presenza assente,
in quella sedia che s’accosta al letto e l’altra
che disposta in primo piano chiede, senz’avere,
ospiti altri che il tocco della tavolozza amata.
Pennelli posati alla rinfusa: tra le poche cose
che donano colore all’esistenza, i quadri appesi
storti ed incombenti, come la vita gelida e negata
che vi si racchiude e ti ha rinchiuso - qui e altrove.
La prospettiva è strana e molto personale
e la finestra rimane semichiusa: sottintendendo
un limite assillante, vissuto e non compreso
che t'assale - e si dissolve, assolo, nel colore.
Incorniciata voce, tuo messaggio:
emblema d'una vita impresso in tela.
(© Luciana - novembre 2006)
http://www.lucianabianchicavalleri.com/2008/04/la-camera-di-arles.html
2 commenti:
un sorriso... per l'esordio del tuo nuovo SPLENDIDO blog!
grazie... anche per la poesia
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