mercoledì 22 febbraio 2023

Nottambuli / 5



Edward Hopper, Nighthawks, 1942
Chicago, Art Institute


LUIS DE VILLENA

NOTTAMBULI


Non è la notte la viva fanfara del rumore
né lo spumante che chiede o dona gioventù…
La notte è la dimora dei solitari,
la casa sempre vasta delle stelle erranti…
Anche se ho goduto ore di dissipazione e bellezza,
Non ho mai sentito la notte, ricca e profonda,
come in questi giorni feriali
in cui esco da solo, raramente felice,
e osservo semideserte strade autunnali,
alberi nudi belli e puri,
il freddo che soffia nei venti del nord,
gente (pochissima) con le mani infilate
in guanti e tasche, sciarpe e cappotti…
Bar vuoti o praticamente vuoti,
dove figure immobili al fuoco della luce,
si guardano in silenzio nello specchio di fronte
o guardano il bicchiere a metà
come se fosse una posa o un atteggiamento eterno…
La solitudine parla con ciascuno profondamente
e, a tratti, forse un sorriso ti ricorda un'altra vita.
Non è una bugia. È questa verità così profonda
di  notte e di estrema solitudine, di musica tranquilla
e intimi soliloqui
dove, percorrendo la città sterminata,
buia e deserta, sei più reale più te stesso
che mai…
(Edward Hopper pensava: Parigi è là. Lontana, sterile,
perduta. Non era il suo mondo.
Il suo regno era abitudinario, banale. Vite e abisso.
Quello che tutti sanno e nessuno ha detto.)

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